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16 giu 2024

Pompei e i Pink Floyd

Sicuramente conoscete i Pink Floyd. Chissà quante volte avete sentito  "Another Brick in the Wall" uno dei loro brani più popolari anche se il meno rappresentativo.  Album come "The Dark Side of the Moon," "Wish You Were Here," e "The Wall" sono considerati capolavori assoluti della musica rock, tra i dischi più venduti nel mondo e ancora ineguagliate opere di musica moderna.

Pink Floyd at Pompei

I giovani diranno roba da vecchi ma la loro musica è originale e intramontabile, a differenza di molti gruppi in voga oggi che ripetono schemi musicali usati da oltre 50 anni.


Ebbene, da un'idea geniale del regista Adrian Maben, i Pink Floyd suonarono dal vivo nell'anfiteatro di Pompei, un palcoscenico speciale per  un’esperienza sonora e visiva unica.

Ho sempre immaginato che i giovanissimi PF, usciti da qualche sconosciuto liceo inglese, non siano cascati dal pero alla domanda "conoscete Pompei?".
 
Invece oggi scopro a malincuore che ragazzi italianissimi che hanno attraversato 3 ordini scolastici, non sanno cosa sia successo a Pompei nel 79 d.C, cosa sia il Vesuvio e dove si trovi...

Io ricordo benissimo che da bambino (età 10 anni circa) giocavo a simulare l'eruzione del 79 d.C. con un cumulo di sabbia (il Vesuvio) e dei frammenti di cemento (Pompei ed Ercolano). Ricordo che mio padre conosceva la storia di Pompei ed aveva solo la licenza elementare. Ricordo mia nonna, che sapeva solo firmare, che comprese il senso del mio gioco perché aveva sentito parlare di Pompei.

Cancellare Pompei e la sua storia dal mio cervello sarebbe come cancellare alcune pagine di un vocabolario. Non potrei usare metafore come "Potrebbe succedere una nuova Pompei", "Dormire come il Vesuvio", "Covare come il Vesuvio". 

Senza conoscere Pompei, diventa difficile descrivere e suscitare interesse per una ricca scoperta archeologica. Ci mancherebbero le parole, i termini di paragone, le metafore, le iperbole per descrivere una importante e grande scoperta o una catastrofe senza precedenti.

Basta  un Pino Domestico e una parete color Rosso Pompeiano a fare la scenografia di un film ambientato in epoca romana. 

Non c'è anno che Pompei non appaia in un titolo di un quotidiano per i suoi successi come sito turistico, per le nuove scoperte, per la pubblicazione di nuovi studi, per la sua peculiarità di città più ricca e avanzata dell'Impero Romano. Per non parlare di quante volte assurge alla cronaca anche in termini negativi, riferendosi all'incuria e al degrado del sito, ai disservizi, alla mancanza di fondi per la gestione, agli abusi edilizi. Anche sulla bocca di un politico che definì Pompei "quattro sassi". Dopo 2000 anni dalla sua distruzione, è una città che fa ancora parlare di sé.

Pompei è stata visitata nel 2019 da quasi 4 milioni di turisti, come se in meno di 15 anni tutta l'Italia fosse stata almeno una volta a Pompei. Pompei è tra i 10 siti archeologici più visitati del mondo. Inutile dire che i visitatori provengono da ovunque nel mondo. Inutile dire che anche senza i Pink Floyd Pompei sarebbe stata famosa.

Per non parlare di centinaia di documentari e animazioni realizzati da produzioni di ogni parte del modo che cercano di ricostruire gli eventi dell'eruzione e la vita dei Pompeiani.

Provate a cercare sulla rete "la Pompei giapponese", " la Pompei americana" La "Pompei russa", "La Pompei spagnola"   e così via... è un termine di paragone continuo.

La tragedia dell'eruzione del Vesuvio ha sempre alimentato la mia curiosità, la mia immaginazione e la mia fascinazione per la storia. Per me, Pompei non è solo un evento storico, ma un fatto che fa parte del mio vissuto, del mio mondo, della mia storia. La tragedia di Pompei è un evento che, dopo 2000 anni, ci mette ancora al centro della storia del mondo. 

Pompei è Pompei e non possiamo permetterci di non saperlo!

 

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