Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare. (G.Leopardi)
Dire che l’Islanda è una terra difficile non basta: è un concetto ovvio e stantio, e rischia persino di sembrare un luogo comune, come “spaghetti, pizza e mandolino” per noi italiani.
Percorrendo le strade della Ring Road, il tempo sembra rallentare, come quando ci si avvicina a un buco nero.
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Gli altipiani desertici del Nord |
Quelli che per noi sono 10 chilometri di curve, buche, salite e discese, colline e pianure… in Islanda diventano 10 chilometri di pianura, poi altri 10, e ancora 10, e poi altri 10 di pianura, seguiti da 10 km di colate laviche, e poi ancora colate laviche, e lo stesso si ripete senza fine con le distese di muschio, di praterie, di ghiacci, di fiordi… e ancora fiordi.
Gli infiniti tappeti di muschio sui campi di lava di Kristnitökuhraun |
A prima vista, si potrebbe costruire
ovunque, senza preoccuparsi di pestare i piedi a un vicino. Ma la
realtà è un’altra. Ho visto case in posti che potrei considerare da
folli.
Invece, il punto dove costruire una casa è spesso stato un
compromesso tra il rischio che venga avvolta da una valanga, sommersa da
un fiume di lava ardente, seppellita sotto una montagna di detriti,
coperta da una nube incandescente di cenere vulcanica, travolta dalla
lingua morenica di un ghiacciaio, sfondata da un orso bianco affamato
giunto su un iceberg alla deriva dalla Groenlandia, sommersa da un’onda
marina anomala, strappata dalla terra da un vento furioso o fatta
esplodere da un geyser che si risveglia proprio sotto il tuo letto.
Lava solidificata (proprio) sulla strada per Grindavik |
I villaggi – infinitamente piccoli – sono immersi in spazi a loro volta infinitamente grandi, vuoti e silenziosi. Non fai in tempo ad accorgerti di essere entrato in un villaggio che già ne sei uscito, e i prossimi “segni di vita” ti attendono dall’altra parte del fiordo. Quel “nulla” di cui ci lamentiamo nei nostri paesi del Sud Italia sembra infinitamente “tanto” rispetto, ad esempio, a quell’unico pezzo di storia – un chiavistello della porta di una chiesa di legno – di cui andavano orgogliose le tre famiglie di un villaggio dal nome lungo e impronunciabile per noi italiani.
I nomi dei villaggi contengono suffissi come -bær (fattoria o villaggio), -staðir (luogo o insediamento), -holt (collina boschiva), -vík (baia), -eyri (spiaggia sabbiosa) e brekka (pendio) ed è l’unica cosa che possiamo buttare giù a memoria.
Le scogliere di Vik |
Immagino il primo Vichingo che,
trovando rifugio in un fiordo, scelse un’insenatura dove sbarcare senza
che la sua nave si frantumasse sugli scogli neri di basalto. Con pietre,
torba e qualche legno portato dalle correnti marine riuscì a costruire
una piccola casa e ad affrontare l’inverno, procurandosi in pochi mesi
quanto serviva per resistere al freddo, al buio e alla fame, per sé, per
la sua famiglia e per i suoi animali. L’alternativa era scendere in una
già affollata Europa, oppure navigare verso terre ancora più difficili,
ma libere, come la Groenlandia, come fece Erik il Rosso.
D'estate il giorno non finisce mai. Ci si sveglia con la luce e ci si addormenta con la luce. Per 2 settimane ho dimenticato cosa fossero le stelle. Non riesco ad immaginare cosa sia il buio dell'inverno interrotto dalle aurore boreali.
Tornato in Italia nel buio delle 5 di mattina Giove e Venere mi salutano e mi vengono in mente i versi di Dante: "...e quindi uscimmo a riveder le stelle".
Deserti di roccia a Dettifoss |
Hengifoss |
Consigli utili per un viaggio in Islanda
Spostamenti e distanze
Pianifica sempre con un po’ di margine: le distanze sulle mappe non rendono l’idea rispetto a quelle italiane. Con le soste fotografiche, eventuali lavori stradali o problemi meteorologici, i tempi si allungano facilmente.
Non inseguire ogni villaggio “carino” segnalato dalle guide di viaggio: spesso si tratta di poche case, con poco da vedere, soprattutto se li paragoni alla varietà e alla storia dei nostri paesi di provincia.
Fai sempre il pieno di carburante prima di lasciare i centri più grandi: viaggerai molto più sereno senza l’ansia di restare senza benzina.
Se viaggi con bambini, spezza i trasferimenti, inventa giochi, racconta storie di elfi e troll e cerca i parchi giochi: anche il villaggio più piccolo ha quasi sempre un bagno pubblico e un parco giochi gratuito, a volte enormi come veri luna park.
In estate puoi sfruttare le lunghe giornate per i trasferimenti, così viaggi sempre con la luce e puoi goderti il paesaggio. Ricorda però che, anche se il sole non tramonta, tu ti stanchi lo stesso.
Per il noleggio auto, segui i consigli delle società in base al tuo piano di viaggio: scegli il tipo di veicolo più adatto alle strade e alle zone che intendi visitare.
Cibo, alloggi e budget
Scegli alloggi con cucina: è il modo migliore per risparmiare. Porta qualche scorta da casa e fai rifornimento nei supermercati locali come Bónus o Krónan, che in alcune zone possono essere molto distanti tra loro.
Mangiare fuori è costoso: riservalo a qualche piatto tipico da provare.
Un alloggio in posizione strategica riduce chilometri e stress, anche se costa un po’ di più. Pianifica e prenota con anticipo: d’estate l’overbooking è frequente.
Servizi e aspettative
L’acqua fredda del rubinetto è sicura, purissima e gratuita: porta una borraccia riutilizzabile e non spendere soldi per l’acqua minerale. A volte l’acqua può avere un odore di zolfo, ma ci si abitua in fretta.
I parcheggi vicino alle attrazioni sono quasi sempre a pagamento e spesso includono bagni, generalmente puliti.
Gli animali non si presentano su appuntamento, quindi non pianificare le uscite contando di vederli per forza.
In luglio e agosto il rischio di affollamento è alto: in alcune località potresti trovarti a camminare tra fiumane di persone. Se puoi, evita il sabato e la domenica per cascate o geyser facilmente raggiungibili dalle grandi città.
Abbigliamento
Anche in piena estate vestiti come se fosse gennaio in Italia, soprattutto se vai nell’interno o affronti giornate di pioggia.
Scarpe da trekking impermeabili
Costume e asciugamano per le terme naturali.
Complimenti caro Giuseppe per questo magnifico viaggio in Islanda e che ci hai permesso di condividere qualche frammento.
RispondiEliminaGrazie e un abbraccio
Anonimo ma tu sai chi sono
RispondiEliminaGrazie Giuseppe Cosenza, sempre chiaro ed utile....
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