L’abete bianco (Abies alba) è una specie straordinariamente adattabile, capace di prosperare in una varietà di condizioni ecologiche, spesso sorprendenti. Sebbene sia comunemente associato a zone fresche di alta quota, il suo habitat si estende anche a condizioni più aride e calde, all’interno della fascia del faggio (Fagus sylvatica) e del cerro (Quercus cerris). Questa notevole plasticità ecologica gli consente di affrontare efficacemente situazioni di siccità estiva e di sopravvivere su terreni fortemente drenanti.
L'eterofilia è la capacità di una specie di produrre foglie di forme e grandezza diversa sullo stesso individuo.
Questo fenomeno si manifesta in modo evidente osservando Abeti bianchi in condizioni di stress ambientale diverso su diverse parti della stessa pianta ed ha una funzione protettiva per la foglia e contribuire a ridurre la perdita d'acqua.
Nelle zone ombreggiate, le foglie sono morbide e appiattite, disposte su due file opposte lungo il ramo, senza strutture appuntite sulla punta. Questa configurazione ottimizza l’efficienza fotosintetica in ambienti con luce limitata.
Foglie appiattite di ramo all'ombra |
Rami con foglie mucronate, pungenti e resti degli strobili |
Nelle aree di massima esposizione, le foglie perdono il mucrone e appaiono “tronche”. Si inclinano in modo uniforme, creando una struttura simile a una “spazzola”, con tutte le foglie orientate nella stessa direzione. Questo adattamento aiuta a limitare l’incidenza diretta della luce e a prevenire il surriscaldamento.
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