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28 ott 2002

Quell'anno morimmo tutti di sete...




Correva l'anno 2047
Ormai tutti i prodotti industriali non avevano nessun valore. Nessuno acquistava più cellulari, lavatrici a raggi X, orologi satellitari, computer da polso, ecc.


Inizialmente (era il 2022) i prezzi di questi prodotti salirono alle stelle, a causa della produzione contingentata. Si perché si obbligò le aziende a ridurre le produzioni del 70-80% sulla media del decennio precedente. I prezzi si impennarono. La corsa all'accaparramento dei prodotti provocò un innalzamento dei prezzi di oltre il 400%. Anche l'energia, nonostante una discreta disponibilità di energia solare ed eolica, aumentò vertiginosamente: le componenti dei macchinari erano comunque contingentati. Troppo tempo si era perso nel diffondere le fonti di energia alternative.
Il petrolio restava ancora la fonte energetica primaria, anche se ridotto e costoso, e i consumi d'acqua legati ai processi di raffreddamento dei generatori erano notevoli.

La crisi "tecnologica" della nostra civiltà era legata alla scarsità d'acqua. L'acqua era diventata un bene, non prezioso, raro!

Bisognava risparmiarla in ogni campo per far si che ne restasse a sufficienza per l'agricoltura e per i consumi del potabile. Le industrie dovevano farne a meno. Chiudere!
Come dicevo all'inizio i prezzi dei beni industriali salirono alle stelle, ma successivamente anche quelli dei prodotti agricoli. Come si poteva pensare che l'agricoltura dei paesi industrializzati potesse fare a meno della tecnologia e in seguito anche dell'acqua stessa.

L'acqua stessa cominciò a costare sempre di più. Nel 2034 superò il prezzo del carburante. Poi il prezzo del carburante cominciò a scendere, così come quello dei prodotti industriali. Perché?!?! Perché non c'era più domanda. Non c'era più un economia vera. Il baratto sostituì la moneta. E a chi serviva un cellulare, un auto, un telepower? Ormai si scambiava tutto per del cibo o per acqua. Ma mentre il baratto primitivo consisteva nello scambiare merce "prodotta", qui si scambiava merce già in possesso con un pò di acqua. Svendevamo tutto. Ricordo ancora quando provai a scambiare il mio Towerlight di appena 10 anni con 50 litri di acqua, neanche depurata. Di cloro non ne parliamo: la produzione era scomparsa nel 2025. Ma a me sembrava acqua di sorgente.
Ma anche questo durò finchè a qualcuno poteva interessare un vecchio Towerligth o un auto usata. Adesso la situazione era ancora più tragica.

Osservavo dalla mia finestra le torri di petrolio ferme, le inutili strade asfaltate vuote che risalgono le cime delle montagne, i lampioni che illuminavano le campagne casa per casa, l'aeroporto pieno di carcasse di aerei, le dighe asciutte, case vuote o piene di cianfrusaglie inutili: frigoriferi, play-station, televisori, sedie a dondolo, bicchieri di cristallo, telecomandi, tamagochi, bottiglie di plastica, tisane anticellulite e centinaia di confezioni di Viagra. E tutto intorno il deserto: una landa desolata, gialla e polverosa, senza stagioni. Solo qua e là qualche macchia di fico d'india o di graminacee steppose.

Stavamo morendo di sete, ma non nel senso che non ci fosse assolutamente niente da bere, ma nel senso che nulla poteva essere prodotto senz'acqua: energia, cibo, manufatti, igiene.
Nessuno aveva voluto rinunciare al suo benessere, alle sue comodità moderne. Nessuno voleva spendere un solo euro per l'ambiente. Nessun politico volle prendere seriamente in considerazione il problema.

A nulla era servita l'istituzione di centinaia di Riserve e Parchi. Anzi si rivelarono dispendiosi baracconi che per solo progettare un ettaro di rimboschimento spendevano tanto quanto avrebbero speso per rimboschirne effettivamente 10.000. Eppure la soluzione era facile. Lo sapevano già dal XX secolo che c'era un solo modo per fermare l'effetto serra e la riduzione delle riserve d'acqua: ridurre i consumi, investire sulle fonti alternative e utilizzare i profitti per RIMBOSCHIRE, RIMBOSCHIRE, RIMBOSCHIRE!!!!!

di Giuseppe Cosenza

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